Roma, De Rossi lancia la rivoluzione: esterni di qualità e più forza atletica

La Champions è legata al sesto posto e alla vittoria in Europa dell'Atalanta

Roma, De Rossi lancia la rivoluzione: esterni di qualità e più forza atletica
di Stefano Carina
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Martedì 14 Maggio 2024, 06:43

ROMA Lo sguardo al domani è obbligatorio per chi non vuole rendere inutile l’oggi. È vero, mancano ancora due partite ma la Roma non è più padrona del suo destino. Per un posto in Champions, le rimane vincere contro Genoa e Empoli, tenere dietro la Lazio in classifica e poi sperare nell’Atalanta trionfante a Dublino (ma che non vada oltre il quinto posto in campionato). Sì proprio quell’Atalanta presa come modello da (in)seguire da De Rossi che non più tardi di un paio di settimane fa aveva fatto lo stesso con il Leverkusen. Non sembra una coincidenza che siano le due squadre che hanno messo a nudo le fragilità della Roma che Daniele conosce bene. E non da domenica. Per tre volte l’altra sera al Gewiss Stadium si è lasciato sfuggire il termine «rivoluzionare» per poi provare ad attenuarlo quando è stato pungolato ad approfondirlo. Il problema è capire se sarà assecondato.

CAMBIO DI ROTTA

Il cambio di rotta voluto dalla proprietà è ancora nebuloso. Arriverà dal Nizza il ds Ghisolfi che rappresenta per certi versi un salto nel buio. Non per le qualità o le capacità del 40enne dirigente francese che saranno sicuramente ottime se la Roma lo ha monitorato e poi scelto. Ma per l’inevitabile dazio che dovrà pagare con una realtà che non conosce e per il ritardo già accumulato. Siamo a metà maggio: l’Inter campione d’Italia ha già acquistato Taremi e Zielinski. A Trigoria invece ancora non si conosce il destino di Dybala. Tiago Pinto, il suo predecessore, se la cavò, tra flop e valutazioni errate, rifugiandosi sotto l’ala protettiva di Mourinho che lo aiutò, muovendosi in prima persona, per diversi acquisti (Dybala, Abraham, Matic, Lukaku). DDR, almeno nei primi tempi, dovrà fare lo stesso, consapevole però che il periodo dei nomi ad effetto è finito.

La nuova Roma - ancor di più se non andrà in Champions - vuole abbattere i costi, rispettare i paletti del FPF e ringiovanire la rosa. Per questo motivo l’allenatore necessita - ancora più di prima - di carta bianca. De Rossi va seguito, assecondato, non solo a parole e pacche sulle spalle ma con i fatti. Ha già dimostrato di avere idee, la forza mediatica per non far rimpiangere Mou ma chiede calciatori specifici. La definizione la lasciamo a lui: «Nel calcio odierno e nella mia idea, non possono mancare la gamba e il duello».

PROGRAMMAZIONE E CHIAREZZA

In quest’ottica sarà decisivo l’operato della Ceo Souloukou. Tocca a lei aiutare il tecnico, agevolarlo, sveltire alcune dinamiche interne che a volte appaiono - almeno all’occhio esterno - abbastanza farraginose e programmare. Eccola la parola magica della quale in questi si è sentita tanto la mancanza: programmazione. Che deve essere abbinata ad un’altra: chiarezza. Stop quindi a scommesse da rilanciare che si portano dietro cartelle cliniche più lunghe di un tomo di Guerra e Pace. Stop ai leasing last-minute che fanno accorrere 5mila persone a Ciampino ma che in questi anni hanno poi nascosto limiti evidenti nell’allestire una squadra che possa tagliare il traguardo della Champions. Se tre allenatori così diversi tra loro (Fonseca, Mou e DDR, anche se per 5 mesi) non vanno oltre il sesto posto, vuol dire che la rosa più di questo non può fare. Daniele è un uomo intelligente: non chiederà mai acquisti milionari alla Sancho o alla Saka ma se dovesse indicare, senza i soldi della Champions, un’ala come Zhegrova (Lilla), Soulé o un usato sicuro alla Kostic, andrà ascoltato, senza storcere troppo il naso. Ne va della Roma che verrà.

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